Spettabile redazione Oltre Tutto Radio, abbiamo avuto una grande manifestazione di solidarietà e umanità dal ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, intervenuto di persona al sit in contro l’archiviazione lo scorso 25 ottobre, a Roma, ma sappiamo che il suo impegno non si ferma certo alle parole.
Nei prossimi giorni il ministro ci ha promesso di un incontro istituzionale al ministero, sappiamo che in quella sede ascolterà con attenzione tutto quello che abbiamo da dire. Intanto l’abbraccio scambiato con Salvatore Trovato Mazza alla presenza dei manifestanti dei giornalisti, del segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria e dell’avvocato Marcello Stanca, ci riempie il cuore di speranza. Prima del 1° novembre 2016 non conoscevo Sissy Trovato Mazza.
Il giorno in cui è stata colpita da quel proiettile nell’ascensore dell’ospedale civile di Venezia, ho sentito per la prima volta il suo nome.
Ero al cimitero di Taurianova in visita ai miei cari, nel giorno dei defunti, quando ho sentito parlare di una terribile disgrazia accaduta alla famiglia Trovato Mazza: “Sissy si è sparataâ€, dicevano. Sono rimasta molto colpita dalla vicenda, tanto che ho contattato immediatamente Loredana Viola, amica di famiglia dei Trovato Mazza e oggi presidente del Comitato civico ‘Sissy la Calabria è con te’, per chiederle come potevo rendermi utile.
Lei mi ha portato da Sissy: quando l’ho vista la prima volta ho provato un dolore che spezza l’anima. Da quel momento mi sono detta che dovevo fare qualunque cosa per essere d’aiuto a lei e alla sua famiglia, così, insieme a Loredana Viola abbiamo creato prima il gruppo Facebook dedicato alla raccolta fondi per le spese mediche e legali (IBAN per le donazioni IT59D0303281610010000012840) e poi il comitato di cui oggi è segretaria Patrizia Trovato Mazza, sorella di Sissy.  https://www.facebook.com/groups/1818904364991368/Â
Quello che mi ha colpito, oltre al dolore di questa famiglia che da un giorno all’altro si è vista strappare il futuro di una figlia che vivrà tutta la vita come un vegetale, sono le incongruenze di tutta la storia. Suicidio? Sissy avrebbe tentato di togliersi la vita? Neanche per sogno. Aveva un amore, un ottimo lavoro, progetti di studio, era un’atleta. Altro che depressione, Sissy era una donna forte e piena di vita. Qualche tempo dopo i fatti, Salvatore, il papà di Sissy, ci ha raccontato delle denunce che lei stava portando avanti all’interno del carcere della Giudecca, denunce che la mettevano in una posizione di rischio. Questo non ha fatto che rendere ancora più solide le nostre convinzioni.Qualcuno le ha fatto del male. Lo dimostrano, in parte, i segni che riportava sui polsi, le mani e le braccia all’indomani dalla tragedia ai quali Angela Marino di Fanpage.it – la giornalista di riferimento della famiglia e del comitato civico Sissy la Calabria è con te, che dal primo momento ci è stata vicino – ha dedicato un lungo articolo. Si tratta di segni che mostrano che Sissy, negli attimi prima di restare ferita, ha lottato, segni di difesa, insomma, che la Procura dovrà quantomeno approfondire. Lo deve alla famiglia; a una servitrice dello Stato che oggi giace in un letto; lo deve alla Verità .O dobbiamo continuare a credere che, come accaduto finora, ci siamo muri di gomma insormontabili, che la giustizia non vuole scalare?
Vicepresidente Comitato Civico di Sissy la Calabria è con te
Jo Pinto